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Adulti di AC in cammino…sulle
orme di don Tonino Bello.
Particolare e diversa dal solito, ma con l’entusiasmo di sempre,
è stata l’esperienza vissuta dal 18 al 20 agosto dagli
Adulti di Azione Cattolica della diocesi di Gaeta nei luoghi dove
ha svolto il suo servizio pastorale don Tonino Bello, Vescovo di
Molfetta, scomparso ormai da tredici anni, ma la cui straordinaria
opera di uomo e di pastore è ancora punto di riferimento
per molti. Tre giorni intensi alla scoperta di don Tonino, uomo,
pastore, poeta di Dio, profeta di pace; tre giorni di intensa spiritualità
e preghiera vissuti in una terra ricca di storia e di arte in un
itinerario che si snoda tra Castel del Monte (il maestoso castello
di Federico II), la bellissima Lecce, ovvero la “Firenze del
barocco”, il Santuario di S. Maria di Leuca, la splendida
Cattedrale di Trani. Ad Alessano, sua città natale, incontriamo
Marcello, fratello di don Tonino, e il parroco del luogo don Gigi
Ciardo , suo studente in seminario. Siamo a dir poco rapiti dalle
loro testimonianze così vive e coinvolgenti che subito si
delinea la figura di un uomo animato da una grande passione per
Gesù Cristo e per l’uomo. Ed è proprio questa
passione che porta don Tonino, prima da parroco e poi da vescovo,
ad avere “un’agenda” fitta di appuntamenti con
Mohammed, extracomunitario, Marta, ragazza madre, Antonio, malato
di aids, a protestare al fianco dei disoccupati, ad aprire le porte
dell’episcopio ad alcune famiglie sfrattate, (e la lista potrebbe
continuare!). Non a caso il suo motto episcopale è “Ascoltino
gli umili e si rallegrino” perché è proprio
sulla scelta degli ultimi, sulla comunione e sull’evangelizzazione
che don Tonino svilupperà la sua idea di Chiesa. Ed è
qui che incontriamo la presidenza diocesana di Azione Cattolica
di Santa Maria di Leuca, Silvana Bramato (presidente diocesana),
Enea Scarlino (segretario diocesano), Eleonora Tranne (vicepresidente
diocesana settore giovani), Annamaria Ferrarese (resposabile diocesana
A.C.R.), che vivono con noi alcuni momenti della giornata, la visione
di un filmato su don Tonino e la celebrazione eucaristica nella
Parrocchia di Alessano, che don Gigi ha messo a nostra completa
disposizione. Il nostro cammino procede verso il cimitero di Alessano,
dove sostiamo in preghiera sulla tomba di don Tonino: una semplice
lastra di marmo bianco e una pianta d’ulivo sono il luogo
d’incontro con una persona ancora vivente, capace di parlare
al cuore di tanti giovani e adulti che si recano qui da ogni parte
d’Italia. Il nostro cammino prosegue verso Molfetta dove incontriamo
i Vice presidenti del settore adulti dell’Azione Cattolica,
Assunta Rafanelli e Michele Pappagallo, che ci accolgono nel seminario
Vescovile e con la testimonianza di Elvira Zaccagnino ci parlano
di don Tonino uomo di pace. Il suo grido contro la guerra non risparmia
nessuno, diventa così una persona scomoda, ma proprio per
questo di grande carica profetica, come negli anni della guerra
del Golfo, o a Sarajevo, preclusa alle forze dell’ONU, dove
si reca, quando già la malattia aveva minato in modo irreversibile
il suo fisico, con un “esercito” di 500 volontari di
“Pax Christi”, l’associazione di cui è
presidente nell’85. “ La pace, infatti, secondo don
Tonino non è una questione da lasciare solo ai negoziati
dei governi, ma all’ONU dei popoli – ci dice Elvira
Zaccagnino de La Meridiana, la casa editrice di Molfetta “specializzata”
sull’educazione alla pace, nata grazie alla capacità
di don Tonino di investire sui giovani perché i loro sogni
diventassero concrete opportunità di lavoro - La pace è
legata all’economia , allo sviluppo, al rispetto dell’ambiente
e passa attraverso scelte concrete, come quella di un industriale
pugliese che ha riconvertito la sua fabbrica di armi in una impresa
che toglie le mine nei paesi in guerra”. Forse sono questi
i miracoli fatti da don Tonino, segno di unasantitàvissuta
nella straordinarietà dell’ordinario. In una società
dove spesso contano solo “i segni del potere”, don Tonino
mostra “il potere dei segni”. E di segni in questi giorni
ne abbiamo visti tanti che ci richiamano alla nostra responsabilità
di “uomini e cristiani fino in fondo. Anzi, fino in cima”.
L’Equipe
Adulti
le foto
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