VADEMECUM
DELLA BUONA PROGRAMMAZIONE
Perché
programmare
Far parte di un’associazione significa condividerne
gli scopi,
collaborare per maturare le scelte comuni e delineare
il cammino.
Essere in associazione porta dunque a lavorare insieme
senza scelte individualistiche, solitarie.
In questa prospettiva si inserisce e assume una importanza
fondamentale la programmazione. Programmare significa
studiare la mappa che ci si è dati e vedere quali
degli obiettivi condivisi sono raggiungibili, secondo
quali tempi e quali tappe. Programmare
significa dare attuazione, concretizzazione al progetto
strategico per il triennio che l’assemblea diocesana
e parrocchiale si è data e alle linee via via precisate
dal Consiglio diocesano e parrocchiale.
La programmazione è fondamentale per stabilire
dove si intende andare e, successivamente, per verificare
se si è camminato nella direzione stabilita insieme.
Quando
programmare: i tempi
C’è una programmazione generale, di massima,
che va fatta all’inizio del triennio (tenendo conto
del documento programmatico parrocchiale approvato dall’assemblea
parrocchiale) e poi una programmazione annuale che consente
di precisare nel dettaglio le scelte del triennio.
Questa programmazione va fatta entro settembre di ogni
anno e poi verificata nel corso del cammino. La programmazione
richiede un congruo tempo di riflessione. Ad inizio anno
le può essere dedicata una giornata: la giornata
delle idee, della creatività, il momento in cui
prende corpo, nel progetto, la formazione dei soci.
Un giornata da vivere con tutti gli educatori, con l’assistente,
per condividere l’impegno e l’esperienza dell’educazione
e per mettere in comune, a fine lavoro, il progetto elaborato.
Entro giugno, alla fine dell’anno associativo, va
fatta una verifica
generale del percorso, ed eventualmente va riprogrammato
il cammino se ci sono aspetti da calibrare in modo diverso.
Le
Fasi della programmazione:
Concretamente, come procedere con la programmazione? Ecco
di
seguito le fasi principali.
1. Avendo presente le linee programmatiche triennali a
livello nazionale, il documento assembleare diocesano
e parrocchiale approvato dall’assemblea e partendo
dai punti emersi nella verifica dell’anno precedente
definire, in Consiglio con l’aiuto dell’assistente,
gli obiettivi e i passi possibili da realizzare nel nuovo
anno associativo, tenendo conto della realtà della
propria parrocchia (punto della situazione: punti di forza,
punti di debolezza, passi possibili).
2. A partire dagli obiettivi fissati e dalle priorità
evidenziate, realizzare un calendario unitario, armonizzando
appuntamenti diocesani e parrocchiali (è importante
stabilire già all’inizio dell’anno
le date, i temi); fissare anche le date dei Consigli parrocchiali,
possibilmente con gli odg generali (es. verifiche intermedie
e finale, lancio di proposte o iniziative ogni due o tre
mesi...). A questo riguardo utilizzare l’agenda
diocesana.
Dove
programmare: il luogo
Il luogo per eccellenza della programmazione è
il consiglio parrocchiale: la programmazione fatta insieme
(per quanto di massima e generale) è il primo indicatore
per capire se e come funziona un Consiglio.
Come
programmare: lo stile
La programmazione deve essere unitaria, pensata e realizzata
insieme dai responsabili dei settori e dell’Acr.
Il programma non
è l’assemblaggio di singoli programmi (programma
adulti + programma giovani + programma Acr); si tratta
invece di pensare e
decidere come far camminare tutta l’associazione.
Le priorità (anche quelle dei settori) vanno decise
assieme, con lo stile e il metodo del discernimento.
La programmazione in AC, poi, è una programmazione
che potremo definire ecclesiale in quanto il programma
della Chiesa diocesana diventa il primo riferimento per
le scelte associative che, anche a livello parrocchiale,
non possono non tenere conto del cammino ecclesiale della
Chiesa locale.
Questo modo di programmare vale anche con riferimento
ai livelli
dell’associazione: ogni programmazione deve tener
conto delle indicazioni e dei suggerimenti che provengono
dagli altri livelli (nazionale, diocesano, parrocchiale).
Programmiamo
passo dopo passo
1. L’analisi della situazione di partenza situazione
dei gruppi
Che storia ha? - Chi erano gli educatori l’anno
scorso? - Che attività sono state fatte in passato?
- Che esperienza estiva? – I soci sono assidui nell’attività?
- Da quali esperienze lavorative e universitarie provengono?
– Che relazioni ci sono tra loro? - Ci sono tensioni?
- Chi è leader? - Chi non emerge mai? - Chi non
partecipa da tempo? - Chi può essere coinvolto?
- Quanti soci hanno problemi di fede? - Che bisogni educativi
hanno i soci in questa età precisa?
2. La definizione degli obiettivi
Dall’analisi emergono dei bisogni a cui rispondere.
Ora si tratta di definire l’obiettivo complessivo
dell’anno: una meta abbastanza grande da sviluppare
in vari passaggi, a cui corrispondono dei passi concreti
da svolgere. Fatevi aiutare dagli strumenti indicati in
precedenza.
3. L’analisi delle risorse e del contesto
? Quanti educatori/animatori siamo quest’anno? Quanti
“esperti” e quanti “alle prime armi”?
Come dividersi i compiti? Ci sono contatti con altri gruppi
di parrocchie vicine? Per quanti mesi prevediamo che si
protragga l’attività?
? Ci sono iniziative della comunità a cui i soci
sono invitati “tradizionalmente” a partecipare
(esempio: la sagra, l’animazione della veglia di
Pasqua, l’incontro con gli anziani della casa di
riposo, il recital di primavera, le attività estive
a cui partecipano come educatori, …)?
? Ci sono attenzioni o attività particolari in
cui la comunità cristiana, parrocchiale o diocesana,
è coinvolta?
? Quali strumenti a livello diocesano o nazionale sono
proposti? Quali eventi su cui puntare?
4. La programmazione delle attività
Quando è chiaro il quadro degli obiettivi da raggiungere
e dei mezzi a disposizione, si costruisce il calendario
delle esperienze formative.
Le esperienze formative possibili sono diverse e spesso
sovrabbondanti rispetto al tempo a disposizione. È
quindi necessario scegliere quali utilizzare e quali tralasciare.
Occorre ricordare infatti che la programmazione non è
la somma delle attività ben riuscite ma il quadro
generale creativo ed elastico, tuttavia non improvvisato,
inventato di volta in volta.
5. La verifica
Al termine del cammino è importante prevedere la
verifica complessiva della vita associativa, per gettare
le basi del percorso successivo. Quanto emerge nella verifica,
quindi, sarà il punto di partenza per la programmazione
dell’anno successivo.
Nella verifica può essere utile coinvolgere anche
i gruppi, con una tecnica di animazione che metta in evidenza
se e quanto l’attività dell’anno ha
modificato il loro comportamento in relazione alle mete
prefissate.
BUON
LAVORO A TUTTI!
VADEMECUM
DEL CONSIGLIO PARROCCHIALE
PER UNA BUONA PROGRAMMAZIONE
Perché
programmare
Far parte di un’associazione significa condividerne
gli scopi, collaborare per maturare le scelte comuni e
a delinearne il cammino.
Essere in associazione porta dunque a lavorare insieme
senza scelte individualistiche, solitarie.
In questa prospettiva si inserisce e assume una importanza
fondamentale la programmazione. Programmare significa
studiare la mappa che ci si è dati e vedere quali
degli obiettivi condivisi sono raggiungibili, secondo
quali tempi e quali tappe.
Programmare significa dare attuazione, concretizzazione
al progetto per il triennio che l’assemblea diocesana
si è data e alle linee via via
precisate dal Consiglio diocesano.
La programmazione è fondamentale per sapere verso
dove si vuole procedere e consente, successivamente, di
verificare se si è camminato in quella direzione.
SETTEMBRE
• Partecipare all’incontro diocesano di presentazione
della tematica annuale
• Convocare il consiglio di programmazione tenendo
presente le considerazioni emerse nella verifica dell’anno
precedente svolta a giugno; le linee indicate nell’incontro
diocesano; il cammino pastorale parrocchiale; predisponendo
un calendario associativo parrocchiale e fissando anche
gli incontri dei prossimi consigli ( almeno ogni due mesi).
• Riprendere i rapporti con i soci, eventualmente
pensando ad un’iniziativa che possa rilanciare il
cammino annuale (festa di fine estate, pizzata, ecc.,
giornata unitaria).
• Curare la promozione associativa e la comunicazione
delle iniziative diocesane e parrocchiali.
• Pensare a come invitare nuovi soci e curare i
simpatizzanti.
• Individuare un’attenzione al territorio
che ci sembra prioritaria, da presentare nell’incontro
diocesano dei presidenti (ottobre), in modo da condividerne
l’attuazione, nel corso dell’anno, con le
altre associazioni di AC della stessa città o forania.
OTTOBRE
Mese della promozione associativa
• Sostenere la partecipazione alla Festissima e
alla Festa del Ciao Big, evitando di fissare appuntamenti
parrocchiali in queste date.
• Curare unitariamente l’adesione all’AC,
non solo per quel che riguarda la “festa dell’adesione”,
ma anche mediante momenti ad hoc (es.: un’assemblea
parrocchiale con i delegati del consiglio diocesano).
• Individuare soci sensibili alle tematiche dell’Associazione
Bachelet e proporre la partecipazione all’assemblea
soci.
NOVEMBRE
• Partecipare al percorso di formazione diocesano
e all’incontro per presidenti, segretari ed amministratori
• Completare le operazioni di adesione all’AC
per e consegnare le quote al centro diocesano.
DICEMBRE
Mese dell’Adesione
• Curare la Festa dell’adesione all’Azione
Cattolica, possibilmente nella Solennità dell’Immacolata
Concezione, Patrona dell’AC diocesana.
• Partecipazione alla formazione diocesana.
• Cura spirituale degli educatori e animatori in
vista del Natale del Signore.
• Verifica prima parte dell’anno.
• Partecipazione al cammino di Avvento in parrocchia.
• Incentivare la partecipazione al campo giovani
invernale.
GENNAIO
• Iniziare a programmare le attività estive
individuando: destinatari, modalità (campi inter
parrocchiali o parrocchiali) prenotazione case per campi
scuola, partecipazione alle iniziative diocesane.
• Incentivare la partecipazione al week-end di spiritualità
per giovanissimi.
• Partecipare all’Assemblea Diocesana con
tutto il consiglio, i responsabili educativi, una rappresentanza
di soci.
FEBBRAIO
• Incentivare
la partecipazione al Convegno Bachelet.
MARZO
• Cura della spiritualità del consiglio e
dei soci nel tempo quaresimale.
• Partecipazione alla giornata di formazione e spiritualità
insieme al Consiglio Diocesano (presidenti parrocchiali)
APRILE
• Partecipare
alla giornata diocesana di formazione per settori.
• Incentivare la partecipazione agli esercizi spirituali
per giovani ed adulti.
MAGGIO
• Partecipare all’incontro diocesano per presidenti,
segretari ed Amministratori
• Promuovere la partecipazione dei soci adulti e
giovani al Convegno pubblico Regionale (11 maggio).
GIUGNO
• Verifica del percorso annuale (coerenza rispetto
agli obiettivi fissati), individuando punti di forza,
punti di debolezza e piste percorribili.
• Sostenere gli educatori nella preparazione dei
campi.
LUGLIO/AGOSTO
• Partecipare all’incontro presidenti e Assistenti
• Incentivare la partecipazione dei responsabili
e dei soci alle attività estive e agli esercizi
spirituali.