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Paolo
Grossi, testimone del Risorto.
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Tra
le persone più care della nostra storia associativa,
Paolo Grossi occupa un posto speciale. Egli è
stato e continua ad essere un dono prezioso per tutta
la Chiesa di Gaeta: amico e figura importante di riferimento
per l’Azione Cattolica Diocesana, anche oggi.
Il suo
ricordo rimarrà sempre vivo nel cuore di tutti
noi per i semi di bene che ha lasciato cadere su questa
terra, attraverso la sua vita.
Con
grande affetto e commozione, ringraziamo il Signore
per averci dato la possibilità di condividere
con lui un tratto di strada e apprezzare la sua ricchezza
umana e spirituale.
Paolo
Grossi è stato Presidente dell’Azione
Cattolica Diocesana dal 1983 al 1989, coniugando amore
per la Chiesa e passione per il mondo; impegno per
la famiglia e serietà professionale; approfondimento
culturale e dimensione politica.
E’ stato artefice e instancabile promotore degli
importanti convegni intitolati a Vittorio Bachelet,
da cui è nata l’omonima Associazione
culturale dedicata all’attenzione per i temi
socio-politici, di cui Paolo è stato il primo
Presidente.
Nel
triennio 1988-1991 è stato Responsabile Regionale
del Settore Adulti di Azione Cattolica.
Nel 1990, da Mons. Vincenzo Maria Farano, ha ricevuto
la nomina di Direttore dell’Ufficio per gli
Insegnati di Religione Cattolica. E’ stato il
primo laico, in Diocesi, ad assumere la responsabilità
di un ufficio.Tale responsabilità gli è
stata confermata da Mons. Pier Luigi Mazzoni.
Il 3 Giugno 2005, termina la sua vita terrena a Roma,
presso il Policlinico “Agostino Gemelli”.
Durante la veglia Diocesana di Pentecoste 2010, Paolo
è stato presentato come un laico che ha reso
visibili i frutti dello Spirito attraverso la propria
testimonianza di vita.
Vedi il video (in alto a sinistra), preparato in quell’occasione
dall’AC diocesana. il 4 maggio 2008 in occasione
dei 140 anni dell’Azione Cattolica Italiana,
accompagnandoci con il suo volto sorridente, Paolo
è stato accanto a noi in Piazza S. Pietro,
insieme ai “venerabili” di tutte le diocesi
d’Italia.
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Ricordo
di Paolo
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Sarebbe
impossibile ricordare la multiforme attività
di un uomo della statura di Paolo Grossi, tutte le
occasioni di scambio culturale, ecclesiale ed umano
che Paolo ha creato e voluto o anche quelle che lo
hanno visto partecipe. Ciò che oggi è
necessario è riconoscere come il suo impegno
sia stato fondato sulla profonda consapevolezza della
diaconia del laico, nelle ordinarie condizioni di
vita, come colui che rettamente formato deve aiutare
la Chiesa a decifrare i segni di Dio sparsi nella
storia e ad irradiare i semi della sua Parola. Come
ricorda il Concilio Vaticano II, «bisogna che
i laici assumano l’instaurazione dell’ordine
temporale come compito proprio e in esso, guidati
dalla luce del Vangelo e dal pensiero della Chiesa
e mossi dalla carità cristiana, operino direttamente
e in modo concreto»
Nella fedeltà a questo disegno conciliare,
affonda le radici la matura laicità cristiana
di cui Paolo è stato limpido testimone e impareggiabile
maestro. Il nucleo centrale della sua feconda attività
si può ricondurre all’intento di sviluppare
una caratteristica via laicale alla santità.
Egli riteneva che non fosse in atto, al di là
di una catechesi appropriata, uno sforzo capillarmente
diffuso per una preparazione e un aggiornamento culturale
di quanti avrebbero potuto utilmente approfittarne
a vantaggio dello svolgimento delle loro attività
sociali, civiche, politiche. Anche per questo non
ha mai smesso di essere un famelico formatore di se
stesso, non vi era alcun tema che implicasse la realtà
ecclesiale e laicale che lo trovasse impreparato,
non da semplice e superficiale conoscitore ma come
pensatore che attraversava il dibattito culturale
e i documenti con una propria ottica, li metabolizzava
e cercava di rendere la riflessione aperta ai vari
contributi.
Lo spirito di servizio, la lettura penetrante dei
fatti, la capacità di vivere la fede con gioia
e con impegno, di sognare il futuro, l’appassionato
impegno civile, politico e religioso, lo sforzo culturale
visto come opportunità e strumento per leggere
i segni dei tempi ed essere nel mondo in modo vigile,
attento a valutare i problemi e a proporre soluzioni…
In questi atteggiamenti si coniugano scienza e sapienza.
Qui la conoscenza, lo studio e la ricerca, in tutte
le molteplici forme del sapere umano, venivano promossi
ed esercitati nel rispetto della loro dignità
e secondo precisi e rigorosi percorsi. E qui, nello
stesso tempo, questo stesso sapere umano si confronta
con quel “sapere di Cristo”, ossia con
«il pensiero di Cristo» in noi (cfr. 1
Corinzi 2, 16), che è la fede, la quale, lungi
dal mortificare o dal soffocare il pensiero dell’uomo,
fa sì che esso si sprigioni secondo tutte le
sue potenzialità e si apra a ulteriori entusiasmanti
orizzonti di conoscenza e di profonda penetrazione
della realtà.
Il suo impegno culturale cristianamente ispirato
è stato il frutto del suo vivere da cristiano,
con quella “misura alta” della vita cristiana
ordinaria, che è la santità (cfr.
Novo millennio ineunte, n. 31).
Questa, e molto di
più, è stata la cifra e la statura
dell’uomo, di cui è difficile scrivere
con tutti i verbi al passato, essendo stato per
molti molto più che un amico, un modello
del impegno laicale, è stata la sua saggezza
cui molti hanno sempre fatto riferimento, è
stato il suo sorriso la misura della fraternità
che irradiava.
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Marco Grilli
(già presidente dell’Associazione
“V. Bachelet” dal 2002 al 2005)
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