(di Patrizia Cervone)
L’8 dicembre, in occasione della tradizionale Festa dell’Adesione, alle 10, nella parrocchia di San Michele Arcangelo di Itri, sarà benedetta una targa in memoria di Pasquale Mancini, alla presenza della comunità che lo ha conosciuto, amato e che con lui ha condiviso esperienze di autentica fede.In molti ricordiamo Pasquale (scomparso prematuramente a causa di una malattia), l’inseparabile chitarra, l’intelligente ironia e soprattutto l’autentica passione per l’Azione Cattolica. Ancora giovanissimo, collaborò nell’associazione a livello diocesano, con l’équipe del Settore Giovani, fino a ricoprire la carica di vice-presidente prima e di amministratore poi. Il suo impegno fu significativo anche a livello sociale: fu uno dei coraggiosi obiettori di coscienza, dedicando il doppio del tempo destinato alla leva militare, all’animazione e al servizio sociale in un piccolo paese del Lazio, Paliano (FR). Si laureò con il massimo dei voti in economia, maturando in seguito la vocazione di insegnante presso l’Istituto tecnico commerciale Libero De Libero di Fondi. Negli ultimi anni della sua giovane vita, stroncata quando non aveva ancora quarant’anni, fu sposo felice. Il filo rosso di ogni sua scelta si annodò con l’esperienza vissuta nella parrocchia di San Michele. E’ qui che mise generosamente a servizio le sue straordinarie doti organizzative, il suo tempo, le sue scelte di vita. La targa che verrà benedetta il prossimo 8 dicembre per quella stessa sede che fu inaugurata nel 1995, in tempi di intense attività associative dal parroco tanto amato don Mario Mancini e dal sindaco Egidio Agresti, vuole celebrare proprio la memoria del quotidiano sacrificio di Pasquale. In quella sede, come in una seconda casa, la sua vita esaltò la straordinarietà della coerenza. Il suo “ordinario eroismo” univa in un’unica realtà ciò che incarnava spiritualmente e ciò che testimoniava concretamente, in semplicità e allo stesso tempo in profondità. L’impegno dedicato ai ragazzi, ai giovanissimi, dalle prove di canto per l’animazione liturgica, alla catechesi, all’organizzazione di campi-scuola, alle attività di animazione sociale, era coniugato assieme ad uno stile di vita sobrio ed originale, improntato all’esaltazione della Natura. Pasquale si riconosceva in quella che chiamava “la civiltà contadina”, sua autentica radice, fatta di contatto assoluto con la purezza, priva di sovrastrutture, integra, lontana da ogni forma di corruzione ed inquinamento. Tutti abbiamo visto Pasquale inforcare la sua bicicletta, tutti ricordiamo le lunghe passeggiate attraverso sentieri di montagna. L’eredità che ci ha lasciato, intatta, a distanza di 14 anni dalla sua scomparsa, è la creazione di quella memoria storica, quel bagaglio di esperienza vissuta e trasmessa che lui stesso non avrebbe mai voluto che si disperdesse e che per questo, con pazienza meticolosa, raccolse durante tutta la sua vita. Oggi i suoi ricordi costituiscono un prezioso patrimonio, come il recupero del diario di guerra di suo nonno paterno, scoperto per caso in campagna e pubblicato nel decennale della scomparsa. Celebrarlo, nella sede dell’Azione Cattolica di San Michele, ha oggi il sapore del suo dono mai dimenticato. Abbiamo conosciuto Pasquale, ed assieme a lui continuiamo l’esperienza tracciata dal suo esempio e dal suo sacrificio personale.
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