Festa dell'adesione 2016
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Sappiamo che in questi giorni tutte le realtà associative della nostra Chiesa Locale stanno preparando con cura la celebrazione della festa dell'adesione, attraverso momenti di incontro, approfondimento, preghiera.
Ricordo di Paolo Grossi
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di Marco Grilli
Paolo Grossi è stato il primo presidente dellì'Associazione "Vittorio Bachelet" dell'Arcidiocesi di Gaeta. Sarebbe impossibile ricordare la multiforme attività di un uomo della statura di Paolo Grossi,
La ricerca del bene comune come stile di vita (di Maria Giovanna Ruggieri)
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Se c’è un giovane che ha cercato di coniugare fede e ragione in ogni situazione questo è certamente Pasquale.
Dotato di sottile e spiccata sensibilità ed intelligenza, ha saputo mettere in atto quell’idea di Chiesa che scaturisce dal Concilio Vaticano II e a cui si riferisce il venerabile Papa Paolo VI quando afferma che durante il Concilio “la Chiesa ha sentito il bisogno di conoscere, di avvicinare, di comprendere, di penetrare, di servire, di evangelizzare la società circostante, e di coglierla, quasi di rincorrerla nel suo rapido e continuo mutamento”.
Non c’è ambito che non lo abbia interessato e al quale si sia appassionato con serietà e continuità. Dalla redazione di ”Mamurrae” (un giornale locale itrano di qualche decennio fa) alla chitarra, dalla costruzione del primo sito web dell’AC diocesana (una sorta di pioniere in questo campo) agli incontri-dibattito con i candidati alle amministrative locali che riuscivano ad interessare centinaia di persone che mai avrebbero partecipato per mancanza di fiducia o per poca credibilità nei confronti di chi proponeva i momenti di dibattito.
Eccellente in tutti i suoi studi, mise la stessa passione e competenza nel costruire l’Azione Cattolica in parrocchia e poi in diocesi senza dimenticare il fondamentale contributo alla costituzione dell’Associazione “Vittorio Bachelet” che considerava uno strumento straordinario per affrontare le tematiche della società e le sfide della complessità.
La formazione e lo studio sono stati i fondamenti del suo percorso associativo convinto che essere laici “adulti nella fede” è una vocazione non una condizione che si acquisisce semplicemente con l'età. E' piuttosto un'identità che va formata costantemente e a tutto tondo per essere capaci di vivere con maturità la propria esperienza cristiana nel mondo e di contribuire in modo corresponsabile alla vita della comunità ecclesiale, con uno stile di coerenza, dialogo e servizio.
La vocazione laicale è stata per lui una dimensione scoperta e vissuta giorno per giorno ampliando sempre più la propria consapevolezza di avere un compito preciso perché il dialogo chiesa e mondo non fosse mai in contrapposizione né si riducesse a sterile esercizio intellettuale quando piuttosto mettesse al centro la persona nella sua situazione concreta.
Spesso le sue intuizioni non sono state accolte perché non venivano capite in quanto precedevano troppo i tempi e la mentalità contemporanea.
Come leggere oggi la sua testimonianza? Uno che ha cercato di coniugare fede e vita secondo i canoni della Gaudium et Spes con uno sguardo ottimista sul mondo e cercando di far emergere tutti quei germi di verità che sono già in mezzo a noi e di cui non ci accorgiamo facilmente. Una persona che credeva profondamente nella bontà del creato secondo i canoni della Sacra Scrittura. Una figura che, secondo lo spirito evangelico, ha sempre posto la ricerca del bene comune come elemento identificativo del suo percorso culturale.
In un momento di stagione debole, di povertà relazionale, di conflittualità infinita, il suo esempio emerge ancora più fortemente e ci richiama alla nostra responsabilità di essere testimoni credibili del Cristo morto e risorto perché tutti “abbiano la vita e la abbiano in pienezza”.
Maria Giovanna Ruggieri
(Presidente mondiale Umofc; già Presidente diocesana e Vicepresidente nazionale di AC)
#ACondividilagioia
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Sappiamo che in questi giorni tutte le realtà associative della nostra Chiesa Locale stanno preparando con cura la celebrazione della festa dell'adesione, attraverso momenti di incontro, approfondimento, preghiera.
Un laico a tutto tondo
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Pasquale è stato uno dei volti più significativi dell’Azione Cattolica Diocesana. Bella persona, rendeva speciale tutto ciò che faceva.
Rigoroso al punto da sembrare a volte troppo pignolo, quasi spigoloso, a chi non conosceva la sua caratura, ci ha mostrato con la vita che nel cristiano non possono coesistere un’etica da rispettare nella sfera pubblica ed un'altra da esercitare in quella privata.
Laico a trecentosessanta gradi, faceva bene ciò che è tipico della ministerialità laicale, avendo chiara la linea di demarcazione tra quello che compete al laico cristiano e cittadino, nella sfera ecclesiale e in ambito civile, e quello che è prettamente compito della Gerarchia Ecclesiastica e delle Istituzioni, mai sostituendosi gli uni agli altri, sempre nel reciproco rispetto, realizzando una collaborazione vivace e perciò efficace.
L’Azione Cattolica era la sua seconda casa. Si è speso generosamente in essa per renderla sempre più bella e accogliente, in fedeltà allo Statuto e al Progetto che, assieme ai documenti del Magistero, erano oggetto di uno studio continuo e attento da parte sua, costantemente nutrito e illuminato da una preghiera che sosteneva il sacrificio e motivava l’azione.
L’interesse culturale era per lui una vera passione, tanto da conquistare piena cittadinanza anche nei suoi momenti di relax e di svago. Pasquale è stato l’iniziatore de “L’Inciviltà Cattolica”, ironico murales che veniva allestito, puntualmente, in occasione dei campi scuola diocesani, scherzosa parodia della famosa rivista dei Gesuiti.
Quanti bei momenti trascorsi insieme, fin da giovanissimi! Il servizio ai Ragazzi prima, agli Adulti in un secondo tempo, il mandato in Consiglio Diocesano, le meravigliose esperienze degli esercizi spirituali, i campi scuola, le feste diocesane della famiglia.
Anche Vincenzo e Alessandro si ricordano di te: le interminabili partite pomeridiane a scacchi con Vincenzo e la sottile “tortura cinese”, solletico raffinato, cui li sottoponevi entrambi. Li ricordo bambini, saltellarti intorno in occasione di una giornata con gli Adulti/Giovani ad Ausonia mentre, sorridendo sotto i baffi, soddisfacevi la loro curiosità per il tuo “strano modo di parlare”, dovuto purtroppo alla malattia che ti aveva inesorabilmente colpito, spiegando che lo avevi acquisito imparandolo dagli indigeni incontrati durante un viaggio nella giungla!
Caro Pasquale, ora che sei tra le braccia di Dio Padre, guardaci dal cielo e sorridi ancora come eri solito fare, spesso ironicamente, facendoci intravedere nel tuo sguardo “sornione” possibili percorsi di bene che noi, allora come ora, non riuscivamo e ancora non riusciamo a scorgere!
Unita a te, nel ricordo e nella preghiera
Mariarosaria Colozzo
Presidente diocesano
(Ricordo di Pasquale a dieci anni dalla morte
in occasione della Celebrazione Eucaristica in suffragio)